Il Cluster Basilicata Creativa sta lavorando a un’analisi territoriale dei settori culturali e creativi lucani, per proporre un piano di sviluppo 2021-2027 che serva a generare nuova occupazione e nuove micro-imprese culturali, creative e turistiche in Basilicata.

Mentre la Regione Basilicata è impegnata nella definizione del piano strategico triennale e delle linee guida che accompagneranno la nuova programmazione dei fondi europei e del piano “Next Generation EU”, crediamo sia utile condividere l’analisi dei settori culturali e creativi svolta dal cluster Basilicata Creativa in questi ultimi mesi di lavoro.

Quanti sono i settori produttivi legati alla cultura e alla creatività? Se analizziamo solo il contesto imprenditoriale lucano (escludendo associazioni, fondazioni, enti e istituti culturali), ci rendiamo subito conto dei differenti ambiti e dei numerosi codici Ateco da elencare: cinema, teatro, tv, radio, web communication, editoria, musica, press communication, perfoming arts, spettacolo dal vivo, concerti ed eventi, design, architettura, gaming, gestione di musei, siti culturali di varia natura, biblioteche, archivi.

Per la prima volta abbiamo condotto un’indagine a scala regionale per descrivere un settore vastissimo, ancora poco conosciuto e non sempre omogeneo.

Le aziende culturali e creative in Basilicata

Dalla nostra indagine risultano più di 4.200 le aziende lucane afferenti ai comparti culturale e creativo, ma non è facile definire una catalogazione precisa, poiché i settori sono davvero tanti. Di queste circa 2800 operano nei cosiddetti settori core (industria culturale, industria creativa, Patrimonio storico-artistico e arti performative), per lo più micro-imprese. Si aggiungano a queste altre circa 1450 aziende definite creative driven, ossia realtà che hanno al loro interno una forte componente di sviluppo creativa e culturale.

In totale sono circa 18.000 addetti (senza contare i collaboratori occasionali e il rapporto con le partite iva). Il numero crescerebbe se contassimo anche le imprese che operano in regione ma che hanno sede legale fuori dalla Basilicata, oppure le realtà di Terzo Settore che operano negli ambiti culturali e creativi e che comunque generano occupazione e occasioni di crescita del territorio.

Cultura e creatività influenzano positivamente altre filiere produttive

Per elaborare politiche efficaci che supportino le imprese e le organizzazioni di Terzo Settore che operano nella cultura e nella creatività, serve anche comprendere che esiste una forte collaborazione tra tutti questi ambiti e che questi settori generano impatti significativi anche in altre filiere produttive.

Si pensi al turismo (soprattutto in Basilicata) che ha bisogno dei settori del cinema, del teatro e dello spettacolo, ma anche della gamification e della produzione di contenuti multimediali. Anche i settori manifatturieri e dell’artigianato senza il design e la domotica non avrebbero futuro. Si pensi infine alla scuola e alla formazione in generale, che sta evolvendosi grazie a nuovi approcci creativi e culturali e alle tecnologie che supportano la DAD.

I governi nazionali e sub-nazionali, ma anche le regioni, hanno bisogno di maggiori e migliori evidenze dell’impatto economico e sociale dei settori culturali e creativi.

Si può ancora fare molto per migliorare  la comprensione di come la cultura, la creatività e l’innovazione possano produrre effetti sulla creazione di posti di lavoro, l’imprenditorialità giovanile e il benessere sociale, elementi tra loro connessi  e capaci di rafforzarsi a vicenda.

Perchè un piano di sviluppo?

L’anno tragico che sta per concludersi ci induce ad avvertire con forza l’esigenza di guardare con fiducia verso una nuova fase, facendoci trovare pronti per gli investimenti che ci attende mettere in campo.

Crediamo che la programmazione della spesa pubblica e dei fondi europei per il prossimo settennio debba stimolare orientamenti più efficaci degli investimenti cross settoriali e delle politiche pubbliche in Basilicata e nel Sud Italia, anche alla luce dei risultati e del percorso intrapreso con la Capitale Europea della Cultura.

Il piano costituisce un’occasione per avviare un percorso sintetico di lettura dei numeri, dei fabbisogni e delle sfide aperte, al fine di potenziare le vocazioni territoriali della Basilicata, mettendo a frutto l’eredità di Matera 2019 , ma provando anche a capitalizzare il lavoro già avviato nella programmazione 2014-2020 e tenendo conto dei punti di forza e di debolezza emersi.

Un lavoro di analisi che sappia costruire opportunità, progetti, reti locali e relazioni con stakeholders nazionali e internazionali.

Il piano di sviluppo sarà presentato a gennaio 2021 ma nelle prossime settimane inizieremo a raccontare e condividere i dati emersi e le proposte utili alla definizione di una visione prospettica per il nostro territorio, in virtù delle sfide legate alla crisi internazionale in atto e al cambio di paradigma economico e sociale che ci attende.

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